Secondo uno studio condotto negli USA (Annals of Internal Medicine, 2012 dic. 4; 157-11), esiste un’epidemia molto più onerosa, in termini di cure, che colpisce più persone rispetto alle classiche epidemie degli ultimi anni. Si tratta della cd. “non-adherence to prescribed medications” ovvero il rifiuto da parte dei pazienti di assumere medicinali prescritti dai propri medici di fiducia.
I numeri parlano chiaro:
- Il 20-30% delle prescrizioni non sono prese in considerazione;
- Il 50% dei medicinali prescritti per malattie croniche non vengono assunti secondo le modalità indicate dai medici;
- Le persone che assumono medicinali prescritti, sia che si tratti di una semplice infezione che di una patologia più grave, assumono solamente la metà delle dosi prescritte.
Questo comportamento dei cittadini (americani) ha già causato circa 125.000 morti e almeno il 10% in più di ricoveri in ospedali, con aumento di costi per il sistema sanitario pari a circa a 1,3 miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato sulla rivista “Annual of Intern Medicine”, gli studi hanno dimostrato che il 33% dei pazienti con trapianto di rene non assume i farmaci prescritti, il 41% dei pazienti affetti da attacchi cardiaci non assume i farmaci per la pressione e, infine, il 50% dei bambini affetti da asma non utilizza gli inalatori o li utilizza in maniera non corretta.
In quest’ultimo caso, è emerso che sarebbero i genitori a prendere la decisione di interrompere il trattamento perché non “amanti dell’idea” che i loro figli siano costantemente a contatto con i farmaci.
Ma quali le altre motivazioni?
Dallo studio è emerso che l’assunzione dei farmaci ricorderebbe troppo al paziente di essere ammalato anche se molti altri interrompono le cure perché considerano i farmaci “chimici” o “non-naturali”.
Il costo dei farmaci è un altro deterrente importante. Quando il co-pay per un farmaco arriva a circa 50 dollari, il consumo si riduce sensibilmente. Ma l’assunzione di dosaggi minori rispetto al prescritto rende gli stessi farmaci meno efficaci.
Quando, infatti, l’azienda Aetna ha offerto gratuitamente farmaci a pazienti sopravvissuti ad attacchi cardiaci, l’assunzione degli stessi è notevolmente aumentata e i casi di infarto sono diminuiti drasticamente.
Una prescrizione troppo complicata, confusa, sintomi non immediatamente percepibili, i possibili effetti collaterali sono altre cause, a cui si aggiunge la percezione diffusa che l’assunzione di un medicinale sia segno di debolezza.
Le case farmaceutiche stanno cercando delle soluzioni per risolvere questo problema, che potrebbero essere lo sviluppo di medicinali con minori effetti collaterali e maggiori benefici nel breve periodo.
Tuttavia, è sempre dei pazienti la decisione finale.
Dimenticare di assumere un farmaco prescritto è un altro problema comune. I pazienti potrebbero, però, utilizzare diversi dispositivi, inclusi i propri smartphone, per ricordare di assumere la dose giornaliera. Oppure, semplicemente, potrebbero prendere l’abitudine di lasciare il farmaco vicino al proprio spazzolino da denti.