Risonanza magnetica: dispositivi portatili e più economici

L’imaging a risonanza magnetica (Magnetic Resonance Imaging, MRI), detto anche tomografia a risonanza magnetica (Magnetic Resonance Tomography, MRT) o risonanza magnetica tomografica (RMT) è un processo che consiste nell’applicazione sul corpo umano di un campo magnetico. Tramite la trasmissione di onde radio nelle molecole d’acqua, consente di identificare traumi e lesioni; questo campo magnetico viene generato da un magnete di dimensioni smisurate (da ciò, il relativo device, risulta essere molto oneroso e difficilmente trasportabile).

La risonanza magnetica è uno strumento utilizzato fin dagli anni ’70 per la valutazione e diagnosi di traumi (come la rottura o la lesione dei legamenti) dei tessuti cd. molli del corpo umano. Tuttavia, i macchinari utilizzati per questo esame non sono in grado di fornire valutazioni precoci circa infortuni che potrebbero essere letali per la predetta tipologia di tessuti.

A causa delle dimensioni elevate e dell’eccessiva onerosità, difficilmente è possibile trovare risonanze magnetiche al di fuori di strutture ospedaliere pubbliche o private.

Un lavoratore, uno studente o un qualsiasi altro soggetto, potrebbero avere serie difficoltà nel raggiungimento di tali strutture a causa di specifici traumi, per cui la creazione di un device facilmente portatile e meno costoso potrebbe giovare alla maggior parte degli individui affetti da queste lesioni.

Un device dalle dimensioni ridotte, poi, comporterebbe anche una riduzione dei costi di manutenzione e una maggior facilità nel trasporto insieme a diagnosi più rapide.

Ricerca & Sviluppo in campo medico

La divisione R&S del Martinos Center for Biomedical Imaging di Boston, con un team composto da ingegneri informatici, elettrotecnici e meccanici, sta lavorando ad un prototipo composto da cavi, magneti e circuiti che sfrutterebbe due pareti verticali per la creazione dei campi magnetici necessari.  

Sul prototipo verrà istallato un software che consentirà al campo magnetico di cambiare rapidamente la sua polarità e produrre onde radio, le quali sono all’incirca 500 volte più deboli delle onde standard ma sono in grado di generare immagini del corpo umano, anche se con una minor risoluzione, comunque in grado di consentire una diagnosi precisa.

I ricercatori hanno, inoltre, stimato una riduzione sui costi di produzione da milioni e milioni di dollari a circa $ 50,000.

Altri ricercatori presso il Laboratorio Nazionale di Los Alamos stanno sperimentando apparecchiature con ridotto campo magnetico (che siano in grado di ricreare immagini del cervello) e che possano essere utilizzati in ospedali militari e in villaggi remoti e in via di sviluppo. Per ottenere immagini attraverso un campo così ridotto vengono utilizzati detector sensitivi chiamati “Superconducting Quantum Interference Devices” (SQUIDs).

Anche il settore dei medical devices, dunque, dalle prime introduzioni di apparecchiature negli anni ’40 ad oggi, sta subendo una forte evoluzione: un numero sempre maggiore di dispositivi portatili sta nascendo in questi anni ma, soprattutto, le soluzioni mediche sono sempre più semplici e alla portata di tutti.

La miniaturizzazione delle tecnologie mediche è solo all’inizio.

 

Dott. Remo Edmondo Rossi (a cura di),
MedicalSa S.r.l.

 

2017-07-06T13:36:01+00:00
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